Il proprietario e il suo impianto di riscaldamento: “termopsicologia” e “termodemocrazia”
di Antonio Magri
La regolazione deve conoscere la “termopsicologia” dell’utilizzatore per metterlo in condizione di fare quello che vuole e per orientarlo “inconsciamente” verso l’ottima combinazione consumo energetico / comfort.
Criterio principale di questa caratteristica “termopsicologica” :
– IMPOSTAZIONE DI BASE DEI PROGRAMMI DI RISCALDAMENTO: il sistema deve avere già una programmazione di base standard, che l’inquilino può modificare da solo o con l’aiuto di un esperto via locale o telematica. Questa programmazione di base è sufficiente per creare condizioni di comfort e risparmio energetico. La programmazione di base può essere addirittura lasciata in mano ad un gestore esterno che telematicamente può modificarla per adattarla alla volontà dell’utente. Spesso l’utente non vuole o non è capace di utilizzare telecomandi o simili, che non siano quelli della televisione.
– EMERGENZE IN MANO ALL’UTENTE: l’utente ha sempre in mano la possibilità di programmare la temperatura ambiente come vuole, in caso di emergenza.
Esempio: normalmente è programmata la riduzione notturna della temperatura ambiente. Nel caso di un familiare ammalato o altro può con facilità eliminare la riduzione notturna per avere il riscaldamento attivo per tutte le 24 ore. Questa ed altre operazioni simili sono però temporizzate: dopo un certo tempo, prefissabile dall’utente, si ritorna nelle condizioni standard, per evitare sprechi di energia. L’utente può ripetere l’emergenza quante volte crede.
E’ la “termopsicologia” con la quale il sistema orienta al risparmio l’utente, quasi senza che se ne accorga.
– L’utente deve fare qualche cosa per consumare di più.
– Non deve fare niente per tornare a risparmiare.
Dopo un po’ l’utente si abitua ai programmi standard e usa sempre meno l’emergenza, soprattutto perché è “pigro”.
I sistemi di regolazione della temperatura ambiente devono essere progettati in modo da avere questa caratteristica “termopsicologica”.
Un esempio di un servizio con consumo energetico e con queste caratteristiche è il comando della luce delle scale:
– Per accendere la luce delle scale si deve premere un pulsante (l’utente fa qualche cosa e consuma)
– Dopo un certo tempo la luce si spegne da sola : tutti si “dimenticherebbero” di spegnerla.
Il sistema di regolazione deve operare anche per realizzare la “termodemocrazia”.
La centrale termica deve “obbedire” alla volontà “termodemocratica” di tutti i radiatori e di tutti gli appartamenti : in pratica del condominio.
Tutti i radiatori obbediscono alla volontà dei proprietari.
I radiatori comunicano questa “volontà” alla centrale termica come fossero i “votanti” dell’assemblea condominiale.
La centrale termica segue questa volontà, comandando in modo intelligente le accensioni delle caldaie, solo quando e quanto servono.
Non è più la centrale termica che comanda, ma sono i condòmini nel loro insieme che esprimono la loro volontà attraverso “democratiche elezioni”, che vengono fatte con continuità in ogni momento.
L’impianto di riscaldamento passa da ”caldaiocentrico” a proprietariocentrico”!
Termopsicologia e termodemocrazia hanno dimostrato la capacità di portare i risparmi energetici medi dal 10% al 30%, rispetto a impianti elementari senza queste caratteristiche. I risparmi in locali pubblici come scuole, uffici, alberghi, case di vacanza e simili sono arrivati a superare abbondantemente anche il 50/60%. (art. sole24ore 9/09/2015“)
Aggiungo che Il decreto legislativo n° 102/2014, con il quale il Governo Italiano ha recepito la direttiva 2012/27/UE, ha reso obbligatoria la misurazione individuale del calore consumato negli edifici. In particolare la contabilizzazione indiretta, applicabile agli impianti di riscaldamento centralizzato a distribuzione verticale (la tipologia più diffusa perché utilizzata fino agli anni ‘80), richiede l’installazione di valvole e ripartitori su tutti i radiatori entro tempi assai ristretti, pena il rischio di pesanti sanzioni.
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